La simulazione dell’orgasmo femminile, divenuta famosa grazie alla celebre scena del film del 1989 “Harry, ti presento Sally”, è un argomento che può suscitare imbarazzo e incomprensioni, soprattutto rispetto ai motivi per cui le donne ricorrerebbero alla cosiddetta finzione orgasmica.

Le ricerche più recenti in ambito sessuologico indicano che la percentuale di donne che hanno simulato almeno una volta nella propria vita l’orgasmo è compresa tra il 53 e il 67 % (Kaighobadi et al, 2012; Muelhenhard & Shippee, 2010).

I dati raccolti dall’indagine Erosfem di AISPA- Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata (2016), che ha indagato le abitudini sessuali di 1265 donne italiane, sembrano coincidere, indicando un 59% di simulazione. Questa ricerca ha individuato anche le motivazioni che spingerebbero le donne a simulare l’orgasmo, tra i motivi specificati dalle intervistate troviamo:

  • Non dover giustificare l’assenza di coinvolgimento con il partner;
  • Accellerare il raggiungimento dell’orgasmo del partner e poter cosi terminare velocemente il rapporto sessuale, per potersi dedicare ad altro o interrompere il dolore sperimentato durante la penetrazione;
  • Per mancanza di esperienza o conoscenza rispetto ai tempi di risposta sessuali.

Una studio condotta dalla dottoressa Erin Cooper e il suo gruppo di ricerca (2013), evidenzia sorprendentemente come alcune donne ricorrerebbero alla finzione orgasmica anche per attivare il proprio orgasmo. Queste donne infatti sfrutterebbero il potere erotizzante dei movimenti e dei gemiti della simulazione per raggiungere l’acme del piacere.

Tuttavia, le motivazioni principali delle donne alla base della finzione orgasmica sembrerebbero essere due, una di tutela nei confronti del partner e una di tutela verso se stesse

  • Non deludere il partner

Più della metà delle donne intervistate della ricerca Erosfem giustifica la finzione dell’orgasmo con la volontà di non recare delusioni al partner.

È interessante come la finalità altruistica possa essere facilmente compresa se si immagina il tipico atteggiamento maschile che vede l’uomo rivolgersi alla compagna al termine del rapporto con: “Ti è piaciuto?” segno, forse, di una vulnerabilità dell’uomo che ricerca nella soddisfazione sessuale della donna una conferma della propria virilità.

Ma simulare l’orgasmo per non deludere il partner rimanda anche a un atteggiamento di cura e protezione della donna che si preoccupa anche dell’ego sessuale del compagno, ponendo in secondo piano la propria soddisfazione.

  • Sentirsi adeguate sessualmente

Le donne fingono l’orgasmo non solo per motivazioni altruistiche verso il partner, ma anche a causa delle loro insicurezza e paure (Cooper et al, 2014; Bernorio & Passigato, 2016).

È stato rilevato come alcune donne ricorrano alla finzione orgasmica per mascherare la loro impossibilità di raggiungere l’orgasmo attraverso il rapporto sessuale penetrativo, questione che creerebbe in loro forte imbarazzo e vissuti di inadeguatezza.

Le donne quindi tenterebbero di nascondere il mancato raggiungimento dell’orgasmo attraverso vocalizzi e smorfie che simulano il raggiungimento del piacere. Simulare per sentirsi sessualmente adeguate, porta a riflettere sulla pressione sociale di prestazione che sembra investire anche le donne, che si sentirebbero perciò in difetto nell’apparire agli occhi del partner poco responsive a livello orgasmico.

SIMULARE L’ORGASMO, SOLUZIONE O TRAPPOLA?

Fingere l’orgasmo può rappresentare una soluzione innocua se vi si ricorrere in circostanze particolari, tuttavia, se reiterata, può divenire un’abitudine pericolosa, soprattutto all’interno di una relazione di coppia.

Lo svelamento della finzione al partner, con il passare del tempo può essere sempre più difficoltoso, poiché potrebbero subentrare vissuti di vergogna, sensi di colpa o timori che il proprio compagno possa sentirsi ingannato e preso in giro. Inoltre, se il partner viene tenuto all’oscuro rispetto al mancato raggiungimento dell’orgasmo, egli non potrà mai impegnarsi nel trovare modalità di stimolazione adatte e finalizzate al piacere della compagna. La donna invece, nel lungo periodo, potrebbe sperimentare forte risentimento e frustrazione verso il partner, sino ad arrivare all’evitamento dell’attività sessuale, oppure a ricercare la gratificazione sessuale all’esterno del rapporto di coppia.

L’intimità di coppia va coltivata in un clima di fiducia e complicità, è perciò fondamentale riuscire ad aprirsi con il proprio partner confrontandosi e co-costruendo una sessualità che possa essere gratificante per entrambi.

Parlare di sessualità, manifestare i propri desideri e le proprie preferenze può non essere sempre facile, talvolta rivolgersi a uno specialista può aiutare a comprendere i blocchi emotivi sottostanti e a trovare modalità efficaci per comunicare i propri bisogni in coppia.

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Bibliografia

Bernorio, R., Passigato, M. (2016) Il piacere al femminile. Miti e realtà della funzione orgasmica della donna, Franco Angeli, Milano.

Cooper E.B., Fenigstein A., Fauber R.L. (2014), “The Faking Orgasm Scale for Women: Psychometric Properties”, Arch Sex Behav, 43:423-435.

Kaighobadi, F., Shackelford, TK., Weekes-Shackelford V.A. (2012) “Do Women pretend Orgasm to Retain a Mate?”, Archives of Sexual Behavior, 41: 1121- 1125.

Muehlenhard, C. L.; Shippee S.K. (2010). “Men’s and Women’s Reports of Pretending Orgasm”. Journal of Sex Research, 46: 552-567.