Un comune cliché che riguarda la Psicoterapia prevede che il paziente, ad un certo punto del percorso terapico, si innamori del suo terapeuta.

Non si tratta di vero e proprio innamoramento, bensì di un fenomeno più complesso che non sempre riguarda sentimenti positivi come l’amore e l’affetto, e che viene definito in Psicoanalisi con il termine Transfert.

TRANSFERT, DI COSA SI TRATTA?

Il Transfert indica l’insieme di sentimenti e pulsioni che possono svilupparsi nel paziente nei confronti dell’analista durante il percorso terapeutico.

Il Transfert è un fenomeno inconscio in cui vengono trasferiti sull’analista sentimenti sperimentati dal paziente verso altre persone spesso significative della sua vita come, ad esempio, i genitori o persone rilevanti dal punto di vista affettivo.

In genere il paziente vive queste emozioni come se fossero reali e riguardassero direttamente la persona del Terapeuta tanto da convincersi, nel caso di Transfert affettivo o erotico, di esserne realmente innamorato.

Tuttavia è proprio il processo che ha luogo nella stanza della terapia che riporta in scena copioni antichi e consente al paziente di sperimentare vissuti che sono connessi ad altre relazioni del passato e che vengono quindi proiettati inconsciamente sull’analista nel qui ed ora.

TRANSFERT, NON SOLO EROS E AMORE

Esistono due tipologie di Transfert, che possono coesistere o addirittura alternarsi data la complessità delle emozioni umane che non sono mai caratterizzate da emozioni pure ma che vedono la coesistenza di vissuti anche di segno opposto.

Transfert positivo: caratterizzato da sentimenti favorevoli quali tenerezza, affetto, ammirazione, idealizzazione e, talvolta, erotizzazione nei confronti dell’analista;

Transfert negativo: che sollecita invece sentimenti quali aggressività, gelosia, invidia e competitività, tipici in pazienti che spesso hanno sperimentato in passato umiliazione nelle relazioni significative e proiettano sul terapeuta ostilità e paranoia.

IL RUOLO DEL TRANSFERT

I primi studi sulla Transfert lo ritenevano negativo per il percorso di analisi considerandolo come una sorta di resistenza al cambiamento, dal momento che portava la persona a replicare all’interno della relazione di cura modalità relazionali disfunzionali del passato.

Successivamente il Transfert è stato invece considerato uno strumento necessario per superare le resistenze.

Infatti l’analisi del transfert è fondamentale per far emergere, e quindi elaborare, eventuali conflitti psichici e relazionali del paziente.

E’ BENE COMUNICARE IL PROPRIO TRANSFERT AL TERAPEUTA?

Assolutamente si, in un clima di fiducia e di alleanza terapeutica che ci si auspica possa instaurarsi nel corso del percorso terapico, il paziente deve sentirsi autorizzato a verbalizzare sentimenti e percezioni anche se ritenuti potenzialmente “scomodi”.

Tutto il materiale prodotto e condiviso spontaneamente dal paziente in seduta è funzionale all’analisi per promuovere la consapevolezza della persona rispetto al suo mondo psichico.

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